Il nuovo disco della band perugina è una scoperta del “qui e adesso” dei bei tempi che furono, un congegno nascosto di derivazioni psichedeliche, rock organico e testi che hanno ancora il valore dell’introspezione sincera e vissuta. Ascoltarlo è come guardare una vecchia foto e scoprire una nuova luce sui volti delle persone. E’ come riassaporare il passaggio velocissimo di sensazioni provate nel passato. Non c’è nulla di volutamente retrospettivo tra le tracce del disco, niente di assimilabile alla volontà di avere un suono retro: semplicemente questo disco sa allo stesso tempo di classico e di attuale. Le liriche disegnano spirali ardite, scandite da un cantato dilavato di qualsiasi posa, barricato al culmine (impossibile) tra disillusione e incanto. Sebbene risulti evidente la scelta compositiva di snellire alla ricerca di un impatto sonoro asciutto e monolitico, nelle trame musicali risuonano comunque vortici, isolati e non, di passati musicali e paesaggi sonori coerenti al percorso che lega l’album dalla traccia uno alla dieci. Un album che incendia, scava, ammorbidisce, illumina ed oscura ad oltranza i tanti incipit presenti nel precedente “Il debutto”, sconvolgendone le costruzioni musicali e liriche. Realismo, sentimento, ambienti sonori cangianti ed ariosi, ma anche velocità, tenebra e un risentimento che ha tutta l’audacia del vero.
16.03.11 La Casa 139 (Milano)
17.03.11 Spazio 211 (Torino)
19.04.11 Incantevoli Festival (Perugia)
21.04.11 Zena (Campagna – SA)
23.04.11 Blue Dhalia (Marina di Gioiosa Jonica - RC)