MORENO TURI: VOCE
ERRICO "RUSPA" CARCAGNI: SINTH,TASTIERE,CORI
DONATELLO "CUSCI" VITTO: SINTH,TASTIERE,CORI
EMANUELE "SCIAMPY" CARCAGNI: CHITARRA
VALERIO "V.BASS" GRECO: BASSO
ANTONIO "DEMA" DE MARIANIS: BATTERIA
Distribuzione; Universal
Data di uscita; 7 giugno
Preceduto dal singolo “Nel centro del mondo”
www.steela.it
Stile + elaborazione: la risposta a chi domanda cosa significa STEELA è semplice e sincera. Come rapida è stata la maturazione dei sei ragazzi partiti dal Salento e tuttora in viaggio verso il suono apolide dell’Europa fuori controllo: dai primi sound system in cui buttarsi sul microfono all’idea di band, dagli incontri con Max Casacci (Subsonica) e Madaski (Africa Unite) a un primo album ricco di radici reggae e vie di fuga elettro club, dall’esperienza come backing band di Raiz, al secondo lavoro discografico: Un Passo Un Dubbio in uscita il 7 giugno 2011 per OTR Live/Universal. . L’istinto selvaggio di gioventù si intreccia alla maturità di chi a soli ventiquattro anni, questa è l’età media del gruppo, ha già dedicato metà della propria esistenza alla musica.
Procedendo per ordine, nel cuore degli anni Novanta il tredicenne Moreno Turi da Borgagne è poco di un bambino, eppure già se la gioca nelle dancehall di ispirazione giamaicana e retrogusto taranta che invadono le spiagge della sua zona. Intorno a lui e a Emanuele “Sciampy” Carcagni si aggrega una sorta di antibaby band: nessuna velleità da fenomeno televisivo, semplicemente la passione per il reggae degli Africa Unite, di casa sulla piazza del paese. Via i giocattoli, arrivano gli strumenti e nasce il Salento Roots Project, anticamera di SteelA. Moreno ci mette la voce e Sciampy la chitarra, Donatello “Cusci” Vitto ed Errico Carcagno tastiere e cori, Valerio “V.Bass” Greco il basso, Antonio “Dema” Demarianis la batteria. Quegli stessi Africa Unite si accorgono che sta succedendo qualcosa di speciale: Madaski, da bravo dubmaster, e Casacci, che nel frattempo ha fondato i Subsonica e l’etichetta Casasonica, diventano ostetriche artistiche di un felice parto naturale, il disco di debutto “I Livello”. I videoclip dei due singoli, Giostre ed Oju Cu Cantu realizzati dal regista Riccardo Struchil, entrano in rotazione sulle principali emittenti televisive, MTV compresa.
Nel 2009 gli SteelA iniziano la preproduzione del loro secondo lavoro discografico, prima da soli nel loro studio in Salento e poi in Casasonica con la collaborazione di Max Casacci e Ale Bavo. Iniziano le prime registrazioni e già si percepisce la voglia di cambiamento e di delineare sempre di più uno stile che sia quello degli SteelA. Dubstep, ballad minimaliste e raggamuffin sempre più elettronico con schegge di lfo che spaccano i woofer non bastano, perché è comunque molto forte la voglia di restare in contatto con il mondo del reggae, il mondo che sino a quel momento ha dato tanto alla band e dopo aver quasi ultimato le riprese del nuovo disco gli SteelA decidono di scrivere ancora nuove canzoni, meno ragionate, più istintive, che rimpiazzeranno scelte meno convincenti.
È ancora novembre, stavolta del 2010, dopo quasi due anni di lavoro gli SteelA decidono di trasferirsi in quel di Luserna S. Giovanni nella casa-studio di Madaski per ultimare finalmente il loro lavoro e introducendo così i nuovi brani che la band ha scritto, riuscendo a bilanciare sul disco la voglia di sperimentazione e di elettronica cresciuta negli anni con la linea reggae-dub-rnb che li ha caratterizzati e distinti durante la loro crescita. Ne scaturisce un disco che meriterà l’attenzione del pubblico e della critica: Un Passo Un Dubbio, una metafora perfetta per delineare questo preciso momento storico, un momento in cui, ogni passo può rappresentare o un salto verso un futuro migliore o una caduta in un passato travagliato.
Nel Centro Del Mondo è il singolo del nuovo album e per la realizzazione del videoclip si affidano a Gabriele Surdo, regista vincitore della scorsa edizione del PIVI (Premio Italiano Videoclip Indipendente 2010) che, reinterpretando il testo del brano, ha voluto rendere omaggio a Jean Vigo ed al suo capolavoro del 1934, l’Atalante.
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