L’Unwound è colmo di persone tra cui c’è qualcuno (..perchè negarlo?) che è venuto solo perché attirato dal nome. Atmosfera tranquilla, come la quiete prima della tempesta. Tempesta che è arrivata non appena i cinque componenti del gruppo si sono fatti strada tra il fumo e gli strumenti sul palco.
L’esibizione inizia ed è subito carica di magia, luci ed energia. Scuotono letteralmente il locale, straripante di corpi attoniti che si lasciano accarezzare dalle melodie graffianti provenienti da quegli strumenti con cui gli …A Toys Orchestra sembrano giocare, pur sempre con ammirevole precisione e caparbietà, scambiandosi spesso tra tastiere e strumenti a corde. La voce principale resta sempre la stessa, quella di Enzo Moretto, energico cantante e chitarrista, nonché trascinante e passionale pianista nei pezzi più tranquilli e melodici. Ilaria d’Angelis, unica donna della formazione, si fa piacevolmente ascoltare sia come cantante sia come musicista dietro ai synth o con un plettro tra le dita. Seconda chitarra e basso sono ruoli ottimamente gestiti dal veterano Raffaele Benevento e dal recente acquisto Paolo Iocca che si diverte anche ad arricchire i brani con campanacci e veri e proprio strumenti giocattolo. Da dietro la grancassa, Andrea Perillo dirige i compagni con precisione ed un’energia fuori dal consueto.
Il pubblico è caldo ed appassionato, ma il culmine si raggiunge quando le mani di Enzo si posano sulla tastiera del piano componendo il semplice quanto avvolgente arpeggio di “Invisible”, prima traccia di “Technicolor Dreams”, che risuona nel locale spargendo emozioni a destra e a manca; il pubblico canta all’unisono lasciando ad Enzo il tempo di dissetarsi prima di riprendere.
Citano Monicelli, ricordano gli eroici partigiani e fanno un ironico e pungente riferimento all’entrata a cavallo di Benigni all’Ariston. Poliedrici, colorati, appassionanti, magnetici, accattivanti: mai nome di battesimo fu scelto meglio.
In tempi come quelli in cui viviamo, nel paese in cui viviamo, nel quale la musica è molto spesso portata avanti non dai musicisti, bensì dalle majors che ci propinano esclusivamente gruppi “alla moda”, gli …A Toys Orchestra sono uno spiraglio di luce in crescita nel panorama musicale italiano. Da sotto il palco l’unica speranza che abbiamo è che la crisi non colpisca anche le orchestre di giocattoli in modo da poter nuovamente assistere a spettacoli come questi e tornare, anche se per poco, consapevolmente bambini.
Recensione a cura di Michele Formica.