Stasera al Palarofum si esibirà l’eclettico Caparezza nella terza parte del suo lungo tour,iniziato nei primi mesi del 2011.
Avendo avuto modo di vederlo altre volte in passato,sapevo già che aspettarmi. Performance di musicisti di alta qualità,contaminazioni musicali aperte a tutti i generi di musica e suoni,contornati da una teatralità che non lascia dubbi sulla genialità di Michele Salvemini.
21:45,le luci si spengono,sul palco si cominciano ad intravvedere luci e fumo,come da copione. Ed ecco che i membri del gruppo fanno il loro ingresso vestiti da maja portandosi dietro un totem. Poco dopo fa ingresso uno sciamano e le danze hanno inizio. La canzone,chiaramente,non poteva essere che La fine di Gaia e con questo suo ultimo singolo da il via a quasi 2 ore di puro intrattenimento.
Caparezza spara una serie di canzoni tratte dal suo nuovo album “il sogno eretico”tutte immancabilmente precedute da un intro. Quello che subito si nota di lui è il suo grande carisma e la sua voglia di far pensare i fan,di tutte le età,che erano li per lui. Si,perché il suo intento non è solo quello di far ballare, ma anche quello di aprire gli occhi,sempre in maniera intelligente e sarcastica, su argomenti di qui sentiamo parlare tutti i giorni nei telegiornale,ma che effettivamente ben poche persone ascoltano o capiscono veramente.
Per lui è come un gioco. Scherza sulla politica,sui problemi di precarietà nel nostro paese,sulla cosiddetta fuga di cervelli,sul cercare di uscire dagli stereotipi che la società ci impone.
Tutto quello che fa sul palco,sia musicalmente sia teatralmente non è lasciato al caso. Tutto ha un filo logico atto ad esprimere il suo pensiero e la cosa che più impressiona è che lo fa in maniera da non stufare o appesantire il suo pubblico.
Passa da brani nuovi come Il dito medio di Galileo,Il sogno eretico,Goodbye malinconia a classici come Io vengo dalla luna ,Eroe,Vieni a ballare in puglia. Non propone forse il suo più grande successo commerciale Fuori dal tunnel,secondo me giustamente!
E’ un artista che non dev’essere assolutamente vincolato da una hit che non lo rappresenta del tutto. Cosi facendo potrebbe correre il rischio di essere sottovalutato o non pienamente apprezzato,come secondo me già avviene, a causa di alcune canzoni che si,hanno avuto più successo di altre,ma che non hanno la profondità che forse lui vorrebbe dare alla sua musica.
ALBERTO G.