E' l'ultima data del tour che ha portato in giro per l'Italia "Padania", l'ultimo lavoro autoprodotto, e i pezzi della discografia pluridecennale degli Afterhours.
L'Estragon si riempie.
L'acustica del locale ha regalato ai fan la ricchezza dei suoni che i live all'aperto avevano mancato: il violino di Rodrigo ha assunto il suo posto in primo piano e la batteria di Prette è entrata nei pezzi col ruolo che le spetta.
Esaltante. Un live esaltante: suoni pieni, voce di Manuel graffiante e duttile sulle montagne russe dello sperimentale “Padania”, pubblico partecipe.
Abbiamo spiccato il salto, lasciando il "circo che ci abbraccia" sul ciglio del vuoto e siamo andati giù, a testa bassa, in bungee jumping.
A volo radente sugli orizzonti lividi di “Padania”, sgusciando nei canali scuri di “Bye bye Bombay”, nel continente di “Quello che non c'è”, abbiamo trottato come “Piccole iene” sulle sottili linee bianche, fino alle adrenaliniche curve a gomito del passato più lontano: "Non è per sempre", "Hai paura del buio", "Germi".
Manuel legge l'annuncio passato sulla stampa della sua morte: in hotel, come si deve a una star maledetta del rock. Ma qualche battuta con Rodrigo restituisce alla vicenda la luce grottesca e delirante del mondo dei media e si guadagna di nuovo aria, con “1.9.9.6.”, “Dea”, “Lasciami leccare l’adrenalina”.
Gli After terminano il tour, ma Agnelli e Iriondo hanno in programma alcune date del loro spettacolo di improvvisazione musicale e reading ed anche Dellera continuerà a suonare il suo “Motivo di SIMA”... la stagione non sarà così fredda.
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Silvia Bello