Dopo il promettente Ep uscito nel 2009, i veneti Amia Venera Landscape tornano sulla
scena con un nuovo disco “The long procession”. Uscita ambiziosa fin dalla sua originaria
ideazione che vede finalmente la luce dopo un lungo travagliato periodo. In occasione
dell'ultima data italiana del loro recente tour, che li ha visti protagonisti in svariate località
italiane, approffittiamo per conoscere meglio il gruppo e approfondire alcuni aspetti legati
alla nuova uscita discografica.
Siamo in compagnia degli A.V.L. ai quali lascio subito la parola per una breve
introduzione in merito al gruppo, alle origini e all'attuale formazione.
Enrico Uliana: Il gruppo si è formato 7-8 anni fa da un'idea partorita da mè e condivisa
all'inizio con Simone Pellegrini (batterista). Dopo alcune prove abbiamo deciso in comune
di allargare il gruppo, introducendo gli altri componenti, in modo da completare quella che
successivamente sarà la line-up definitiva. Ci sono stati numerosi cambi di formazione, fino
all'attuale line up, che comprende 3 chitarre. Gli altri ragazzi li abbiam conosciuti per caso e
da questi fortuiti incontri, dopo qualche prova, abbiamo iniziato a scrivere i primi pezzi.
Proprio riguardo i vostri pezzi, ci vuoi spiegare come nascono e in che modo riuscite a
gestire sei persone durante il processo di songwriting?
E.U: I pezzi nascono in maniera abbastanza naturale e fluida. All'inizio i primi pezzi sono
stati composti da mè e Simone, poi con l'ingresso degli altri componenti la cosa è andata
verso una maturazione ed evoluzione costanti, in quanto ogni membro apporta la propria
visione ed il proprio stile musicale rendendo la proposta maggiormente ricca ed eterogenea.
Avete suonato assieme a gruppi che godono di una discreta fama e notorietà (come
Underoath e Poison The Well). Qual'è il contesto in cui preferite suonare? Che
dimensione live si adatta di più alle vostre esigenze scenico-visive?
E.U: Per quanto concerne l'assetto strumentale e musicale penso che i grandi palchi siano
l'ambiente più adatto a supportare il nostro show. Esiste però una decisa dispersione sia in
relazione al suono prodotto che in riferimento all'attenzione del pubblico; d'altra parte nei
posti più piccoli questi inconvenienti vengono facilmente risolti, anche se non sempre
riusciamo ad esprimere completamente la nostra carica visiva e luminotecnica.
Parliamo del vostro debutto discografico “The Long Procession”. Esiste innanzitutto
un concept dietro al disco? Si possono ritrovare dei concetti che emergono in maniera
più considerevole rispetto ad altri?
Alessandro Brun: In realtà anche se i pezzi suonano tutti uniti e il disco da l'idea di qualcosa
di unico, un tutt'uno, non c'è un vero e proprio concept a livello di tematiche e non si
riscontra un concetto base. Il disco rappresenta il modo con cui ci approcciavamo alla
musica tempo fà, ora attraverso il consolidamento della line up, abbiamo cambiato ottica e
approccio creativo e artistico. L'evoluzione rispetto al disco è emersa soprattutto nell'ultimo
periodo di live e concerti.
Quali sono state le fasi principali dietro alla creazione del disco? Sò che è trascorso
molto tempo dalla creazione alla sua uscita ufficiale.
A.B: Ci sono stati gravi ritardi dovuti principalmente all'assestamento della line up, esigenze
personali e impegni costanti che hanno dilatato i tempi dell'uscita ufficiale.
E.U: Siam stati abbastanza sfortunati poichè abbiam dovuto rimboccarci le maniche e
lavorare assieme per concretizzare tutto quello fatto fin qui.
Ci riteniamo comunque soddisfatti del risultato finale, anche se alcune modifiche ora come
ora le farei, non solo da un punto di vista musicale, ma soprattutto artistico e compositivo.
E' stato un progetto molto ambizioso percui era molto facile rimanerne delusi.
Quanta importanza date alla componente estetico-visiva durante i vostri concerti?
E.U: A tutti ci piacerebbe sperimentare maggiormente questo aspetto in ottica futura. Ci
stiamo prendendo tutto il tempo per adattare l'aspetto visivo al nostro sound e questo è un
processo lungo e difficile. Vogliamo ricreare un ambiente diverso e originale
personalizzando così il nostro show. Le luci a mio avviso fanno il 60/70% dello show a
livello emotivo perchè avere un set luci che segue e supporta la parte musicale finisce col
valorizzare la proposta finale.
State pensando a un tour europeo per promuovere il disco? Ci sono delle date già
fissate?
A.B: A maggio stiamo organizzando un tour che toccherà prevalentemente i paesi dell'est
europeo. Il tour nel dettaglio passerà per Russia, Bielorussia, Ucraina, Polonia, Repubblica
Cieca, Germania, Belgio, Francia, Svizzera, Austria ed infine Italia. I paesi in cui
suoneremo maggiormente rimangono comunque Russia, Bielorussia e Ucraina. Sarà una
tournee di circa 30 date che partirà il 29 aprile, fino il 30 maggio.
Intervista a cura di Giulio Mauchigna