Venerdì 21 gennaio il New Age ha ospitato il live de Le luci della centrale elettrica, in tour per presentare il nuovo album “Per ora noi la chiameremo felicità”, prova cruciale dopo il celebrato esordio del 2008 con “Canzoni da spiaggia deturpata ”.
La curiosità di vedere Le luci dal vivo è tanta : dopo i premi e le critiche entusiaste cosa sarà rimasto del ragazzo che compone chiuso nella propria stanza? Ma Vasco Brondi e la sua band non deludono le aspettative, e costruiscono, canzone dopo canzone, uno spettacolo potente ed emozionante come pochi.
Il live predilige inizialmente i brani dell'ultimo lavoro, da “Cara catastrofe” , con cui si apre il concerto, a “Quando tornerai dall'estero”e “Anidride carbonica”, per poi lasciare spazio ai singoli d'esordio, fra cui “Lacrimogeni”, “La lotta armata al bar” e l'attesissima “Per combattere l'acne”, cantata all'unisono con il pubblico.
Dal vivo i brani, vecchi e nuovi, raggiungono un'intensità quasi soffocante,riuscendo a creare un'atmosfera intima ed epica allo stesso tempo. I suoni sono densi di percussioni e stridori di violino, ma la voce roca e maliconica sovrasta i rumori anche senza distorsori. Vasco, dal palco, lancia le sue liriche che cadono in testa pesanti come mattoni. Nella selva di parole non ci si stanca di scoprire le tante citazioni ricamate nel tessuto di rabbia dei testi, le canzoni scorrono veloci, quasi senza interruzioni. Il cantautore ferrarese e la sua band non si risparmiano, appaiono ispirati e sinceri, Vasco fa quasi tenerezza per tutte le volte che ringrazia i presenti (“grazie un milione”, dice spesso).
Durante il bis, la band presenta gli inediti “Una guerra fredda”, “Fuochi artificiali” e “L'amore ai tempi dei licenziamenti dei metalmeccanici” , ma sceglie di chiudere con “Stagnola”, con cui Vasco, poeta solo, urla in faccia il suo dolore ad un pubblico ormai stordito.
Attenzione gente, queste sono luci che abbagliano.
Alessandra Perin