Dopo tre anni di silenzio discografico e di frenetica attività live, “L’invasione degli Omini Verdi”, band bresciana/mantovana hardcore punk, da alle stampe “Nel Nome di chi?” edito da Indiebox.
Il titolo è eloquente: il gruppo denuncia, con rabbia viscerale, la condizione odierna del nostro paese, falcidiato da un sistema politico/burocratico/religioso stantio e contraddittorio. La band urla il proprio disprezzo in maniera molto sottile, rivelando un ottimo songwriting, molto più maturo rispetto ai lavori precedenti. Le liriche taglienti si scagliano contro gli estremismi, l’odio, l’ipocrisia, i politici, i bigotti. Insomma, tutto ciò contro cui si scagliano gli Omini Verdi sembra essere un pastiche di mali odierni.
Il disco è ricco di spunti di riflessione, i testi mai scontati e l’ascoltatore è inevitabilmente attratto dall’immediatezza delle parole.
La componente sonora ricalca perlopiù un hardcore melodico di stampo californiano; la batteria è costante, decisa e veloce: charleston, doppio colpo di grancassa e rullate dominano la scena.
Chitarra e basso scandiscono perfettamente il procedere delle parole, conferendo la giusta cattiveria al cantato, aiutato spessi da cori compatti e sentiti. Pezzi come “Spiegami perché” e “Invisibile” sono un limpido esempio di quanto appena affermato. Miglior pezzo dell’album, secondo il mio modesto parere, risulta essere “La striscia del pianto”. Ottimo intro di basso, riff di chitarra “caciarone” degno di nota, notevoli cambi di tempo, assolo azzeccatissimo a metà canzone e bel finale in velocità.
Che dire quindi di questo quinto lavoro del gruppo?
Il risultato è certamente soddisfacente.
Rispetto ai vecchi full length, la band si dimostra essere maturata notevolmente, soprattutto(come già detto) dal punto di vista delle liriche, davvero dirette e intelligenti. Magari si pecca un po’ di originalità dal punto di vista musicale, tendendo a ricalcare troppo le fondamenta dell’hardcore melodico. Per questo motivo, potrebbe risultare qualcosa di già sentito, ma non se ne può fare certamente una colpa. D’altronde, questo è il genere. E…De gustibus non est disputandum.
Da segnalare, l’entrata nel gruppo come bassista di Giacomo(ex Standing Still)
Voto: 7 e mezzo.
Influenze: Strike Anywhere, Strung Out, Pennywise
Loris Tomasella
La striscia del pianto