Arriviamo fuori dal locale e noto che c’è abbastanza gente, o almeno quanta ce ne dovrebbe essere fuori da un normale locale il sabato sera, la coda di persone è divisa in due gruppi, quelli che hanno fatto la tessera per entrare direttamente on-line e quelli che invece la devono fare sul momento…siamo tra i meno fortunati e ci mettiamo pazientemente in coda.
Dopo aver fatto la tessera, possiamo finalmente entrare nel locale, ma prima di entrare nel vivo del concerto vero e proprio, dobbiamo nell’ordine: salire una rampa di scale, attraversare un corridoio, entrare in una stanza con un bar , comunicante con un’altra stanza più piccola, attraversare un altro corridoio, entrare nell’ennesima stanza, la quale a sua volta comunica una stanza più grande, ma non troppo, …dove capiamo di essere finalmente arrivati a destinazione e,da dove, possiamo intuire abbiano preso il nome del locale “Il Covo”.
Sul palco, piccolino, è tutto pronto per iniziare il concerto, la stanza inizia a riempirsi di gente, e alle 23 inizia il concerto.
Salgono sul palco i membri del gruppo, che arrivano direttamente dal pubblico, ( che abbiano fatto lo stesso nostro giro per entrare?!).
Saliti sul palco sembrano pronti più per una riunione in ufficio,che per un concerto, in quanto sono tutti in camicia, cantante compreso,il quale ha aggiunto solo un tocco in più indossando una cravatta rossa , quindi un po meno formale.
Inizia il concerto e dopo le prime canzoni, la gente inizia a scaldarsi, il cantante coinvolge sempre di più il suo pubblico, parlando con noi dopo e prima di ogni canzone.
Così Prima di intonare le note di “ My little brother” si diverte raccontando un aneddoto, riguardo a come il fratello minore ora sia diventato adulto, faccia l’insegnate, e non ascolti più solo rock n’roll, e di come il padre ora ritenga solo lui, che fa il cantante,la vera pecora nera della famiglia.
Lo spettacolo va avanti, e tra canzoni più spinte e alcune più tranquille, il pubblico non riesce a stare fermo, e salta per quasi tutto il tempo. Per il gruppo è una goduria, e oltre al cantante che è davvero, quello che si può definire un frontman, ce la mette tutta anche il chitarrista, Jasper ,( tutti sanno il suo nome perchè nei vari discorsi il cantante lo nomina spesso prendendolo in giro) che sul palco è una vera macchina da guerra, penalizzato però dal fatto che la chitarra non si senta bene, e possiamo quindi solo immaginare quanto avrebbe reso di più il concerto se l’audio fosse stato perfetto.
Quasi alla fine del concerto, Eddie, è ormai un tutt’uno con noi, e ad un certo punto scende in mezzo al pubblico,parlando, e ci fa capire di abbassarci tutti, e magicamente, siamo tutti giù sulle ginocchia e lui è in mezzo a noi che parla come una sorta di messia, di quello che dice, ahimè non ho capito un granchè , un po perché l’inglese non lo mastico così bene, un po perché è bello godersi il fatto di vedere tante persone insieme, fare la stessa cosa.Finito il monologo risale sul palco e riparte per concludere con le ultime canzoni.
Alla fine ci saluta, anzi ci salutano lui e Jasper e se ne vanno uscendo e passando sempre in mezzo al pubblico.
Quando le luci si riaccendono mi ritrovo con un sorriso stampato in faccia e che canticchio una delle canzoni…passare dal non avere pretese al cantare una canzone col sorriso stampato in faccia mi sembra un ottimo traguardo.