1- Alle soglie dell'aurora
2 – Sara Sottile
3 – Al matrimonio
4 – In trasparenza
5 – Siberiana
Voto
9
Recensione
Che l’Italia, almeno una volta a decennio, sfoderi cantautrici affascinanti che ripropongono un modo di far musica sofisticato, profondo ed elegante, non è di certo una sorpresa inaspettata. Solo negli ultimi vent’anni, da Carmen Consoli a Nina Zilli gli esempi non mancano e la penisola è stata abituata a note che delicatamente hanno ammorbidito la sensibilità di ognuno. In questa categoria si inserisce anche Frida Neri, al secolo Michela Di Ciocco, poco più che trentenne, una carriera da musicista colta e un’istruzione da filosofa sono gli ingredienti per una musica che commuove come una carezza di cristallo. Marchigiana d’adozione, inizia a studiare chitarra a 14 anni e si forma alla scuola del blues, del reggae, del grunge, fino a conquistare un posto nel firmamento del rock femminile blasonato degli anni ’90, come erede naturale delle grandi cantautrici di casa nostra. Nasce a Formia e cresce nelle montagne dell'alto Molise, e già da giovanissima asseconda l'irrequietezza naturale che la porta a scrivere poesie, melodie e ad unire note e parole. In perenne ricerca, con l'umiltà che solo una vera filosofa sa avere, accosta ispirazioni che vanno dal rock dei Pearl Jam, di Janis Joplin e Aretha Franklin alla poesia di Ivan Graziani, unendo melodie da un capo all'altro del mondo, come quelle della cantante portoghese Dulce Pontes e del cantautore americano Bon Iver, per conseguire quella sperimentazione unica di cui è figlia la sua musica, dolce e graziosa, delicata e potente. Dopo le prime esibizioni durante gli anni universitari, inizia a farsi conoscere e da allora è un rincorrersi di esibizioni che la vedono in piazze, grandi locali, piccoli caffè fino a vincere premi nazionali (come il primo posto nella XII edizione del concorso nazionale “Premio Augusto Daolio” a Sulmona), distinguersi con buoni piazzamenti in concorsi della portata di Sanremo Rock e ad interpretare colonne sonore di film. Frida Neri è il suo primo ep autoprodotto, dal quale prende lo pseudonimo: una raccolta di eleganza eterea in cinque brani che respirano armonicamente tutte le influenze che l'hanno formata e che uniscono con intelligenza testi profondi e mai banali a musiche essenziali ma complete provenienti dalla chitarra di Antonio Nasone e dal contrabbasso di Marco Tarantelli. La base acustica di chitarra e contrabbasso alla quale si aggiungono violino, viola e violoncello, crea ambientazioni visionarie indefinite, drammatiche in alcuni punti e dolcemente introspettive in altri, colorate dall'intensità degli archi, del canto lirico e dall'inconsueto antico salterio, con interventi di ukulele e mandolino. Un piccolo scrigno prezioso questo album, reinterpretazione di jazz, blues e folk, che Frida rende “semplice” e fresca come rugiada, ma anche spietata dissezionando lucidamente situazioni, sensazioni, decisioni. Un'inquietudine lasciata libera di esprimersi tra passioni, solitudine, insoddisfazione, critica del mondo, dimensioni oniriche e bisogno di viaggio come esperienza esistenziale.
Francesca Pessotto
[email protected]