Giusto il tempo di riprendere il bus e il giorno dopo i Mistery Jets corrono al New Age di Roncade per la loro ultima esibizione del minitour italiano.Il concerto vede come sempre il cantante sedersi in un seggiolino, per colpa di una malattia alla schiena che non gli permette non solo di camminare, ma nemmeno di stare in piedi. Tuttavia grazie ad un surreale lavoro di luci e suoni d’ altre galassie, il palco è riempito a pieno. La cassa del batterista è talmente forte che sembra penetrare lo sterno di coloro che si sono posizionati nelle prime file, ma grazie probabilmente ad un mixaggio in corsa viene poi (fortunatamente) sistemata. Nonostante i live siano eseguiti da quattro componenti non si sente la mancanza di un quinto, dato che tutti, batterista compreso, lavorano benissimo con synth, pad e compositori. Il cantante Blaine Harrison si trova in certi pezzi adirittura a pizzicare le corde della chitarra, cantare e con un’ altra mano a suonare il pianoforte guardando il pubblico.Il componente meno sciolto è sicuramente il batterista, che concentrato con le sue cuffie e rigido nella postura, sembra eseguire un mero saggio di fine anno. Bisogna dire però che la perfezione sembra quasi essere la normalità per la batteria di Kapil Trivedi. Il pezzo che forse ha reso più famosi i Mistery Jets, Two Doors Down, è stato eseguito praticamente in acustico, rimanendo così in tema con l’ atmosfera del resto del concerto.In definitiva i Mistery Jets non sono il solito gruppetto di indie boys che ti aspetti, ma sono molto di più.
Gli stessi Mistery Jets c’ hanno confessato d’ essere cresciuti molto ed’ essere ora consapevoli di chi sono veramente e di quanto valgono.
A breve andrà in onda l’ intervista esclusiva che i Mistery Jets hanno rilasciato ai microfoni della Great Complotto Radio dopo il concerto al New Age.
Rimanete aggiornati!
Covo reporter: Fabio QuinziNew Age reporter: Matteo Cornacchia