A riscaldare il pubblico arrivano i Cheap Mondays, band di Bergamo dalla forte impronta britannica, che aprono con mezz’ora di buon indie-rock.
I Cinematics salgono sul palco poco prima delle 11, accolti da una folla non numerosissima, e forse per questo neanche troppo rumorosa. Inizio con cambio di strumento immediato durante “Love and terror”, la chitarra di Scott Rinning ha un problema…poi però fila tutto liscio fino alla fine. L’agitatissimo frontman cerca di convolgere i presenti con movenze quasi epilettiche, esortandoli anche con un sonoro “Fuck your boss”, rivolto ai lavoratori dell’indomani.
La scaletta spazia tra primo e secondo album, con le ottime “Break” e “Maybe someday” a chiudere la prima parte, e una emozionante versione acustica della b-side “Home” contenuta nel loro primo lavoro, ad aprire la seconda.
Il sound nell’insieme è rock con accenni new wave e rimanda molto agli Interpol, anche per la vocalità pulita e potente di Rinning, che in brevi momenti, e con le dovute differenze, mi ha ricordato persino Ian Curtis.
Non sono di certo la novità degli ultimi anni, ma in quanto a qualità, sia dei pezzi proposti che delle esibizioni live, si trovano certamente ad un livello per molti altri gruppi non raggiungibile.