Al mio arrivo tutti i giovani hanno già finito di suonare ed è già il turno dei tre (+1) di Pordenone che esordiscono sul palco con i pezzi del loro ultimo discusso album che, come ormai tutti sanno, ha portato i Tarm, guidati dalla produzione di Paolo Baldini, ad allontanarsi dal vecchio punk, rock e pop per approdare verso territori reggae e dub. Perché? Davide Toffolo, cantante e chitarrista, sembra molto più eloquente del solito tra una canzone e l'altra e lo dice chiaramente: “Vengo da un paesino chiamato Pordenone che sta più o meno laggiù. Un tempo in questa città c'era molto punk e ora c'è molta reggae-music.”
Trasportati quindi dal cambiare delle correnti musicali, i Tre Allegri Ragazzi Morti producono questo disco dalle nuove sonorità e dalle atmosfere più cupe, scelta assolutamente riuscita in studio ma che sul palco rende molto poco, soprattutto a causa del pubblico tipico dei Tarm, ovvero ragazzi e giovani che preferiscono saltare piuttosto che ondeggiare.
Toffolo e i suoi, dopo più di un anno di rodaggio dal vivo del loro nuovo stile, sembrano aver capito cosa il pubblico si aspetta da loro e ne risulta, finalmente, uno show che è un perfetto amalgama tra i nuovi Tarm e quelli vecchi: le sonorità dub ci sono ancora e sono un elemento fondamentale, ma è il rock che torna a essere protagonista. Anche la scaletta è un perfetto equilibrio tra i vecchi successi, che sono ovviamente quelli che gran parte del pubblico preferisce e che quindi ravvivano la serata, e i nuovi pezzi.
“L'incredibile spetacolo de la vida e l'incredibile spetacolo de la muerte dei Tre Alegri Ragassi Morti” ha quindi raggiunto la sua nuova dimensione ideale, e ora non resta che aspettare cosa i Tarm tireranno fuori dal cappello la prossima volta.
Recensione a cura di Giacomo Falcon.
Progetto Felix.